GEORGIOS TATARIDIS

IL REALISMO DELLA FINZIONE

GEORGIOS TATARIDIS

– IL REALISMO DELLA FINZIONE –

Era circa il 1515 quando Michelangelo, dopo aver portato a termine le ultime finiture sulla scultura del “Mosè”, stupito egli stesso dal realismo delle sue forme, abbia esclamato «Perché non parli?» percuotendone il ginocchio con il martello che impugnava.

Ora siamo nel 2020 e parliamo di interior design invece che di scultura, ma mi viene sempre in mente l’esclamazione di Michelangelo quando vedo creazioni che difficilmente si distinguono dalla realtà, sia che si parli di scultura che di pittura, o ancora di computer grafica.
Per raggiungere questo livello di realismo non è sufficiente il duro lavoro e gli strumenti adatti per realizzarlo (fattori comunque indispensabili), è necessario anche un forte senso del gusto estetico, scrupolosa attenzione per i dettagli, una spiccata percezione dell’equilibrio visivo.

Il realismo è la parola chiave di questo articolo e il nome del suo esponente è Georgios Tataridis.

Georgios Tataridis

Architetto, greco e dal bell’aspetto mediterraneo, una passione enorme per l’interior design, una nuova vita in Olanda, stupendi progetti in tante parti del mondo. Manca qualcosa?

In realtà sono un Interior Architect, ma per il resto tutto giusto.

Perché l’interior design?

Sono sempre stato vicino al mondo artistico. Quando intrapresi gli studi all’Università in Interior Architecture & Design, quel campo mi toccò profondamente. Trovai la mia passione.
Quando capii che il resto sarebbe stato solo duro lavoro e auto-miglioramento, allora decisi di imparare il più possibile sull’Interior Design.

Certo, continuo a lavorare sodo e a migliorarmi quotidianamente: questo genere di cose non ha mai fine quando trovi la tua vera passione.

Come e quando nasce il progetto “Georgios Tataridis Interiors”?

L’idea di una mia propria azienda è nata quando ho iniziato a ricevere decine di richieste per progettare interni di abitazioni. Anche i quotidiani messaggi di supporto mi hanno fatto capire che faccio qualcosa di unico.

In seguito ho iniziato a fare un piano per avviare la mia azienda. Da allora faccio ciò che amo davvero e questa per me è la cosa più importante.

Progetto di interni per una abitazione privata a Lione, 2019.

I tuoi lavori di interior design sembrano vivi, come riesci a raggiungere quel livello di realtà?

Di solito le idee sono molto difficili da spiegare perché ognuno ha una prospettiva diversa. I software 3D sono fatti per darci la possibilità di trasformare le nostre idee in immagini.

Cerco di trasformare tutto ciò che ho in mente. Ogni singolo dettaglio. Alla fine, questo modo di pensare rende l’impressione completamente realistica.
Direi che i dettagli fanno la differenza.

La parola che dici più spesso?

Valore.
Ho imparato dalle persone che hanno realizzato qualcosa di grande, che se vuoi essere al massimo livello devi fornire valore. Tutto il mio focus è su di esso per poter portare qualcosa di unico ed eccezionale in questo mondo. Questo è il mio modo di procedere oltre.

Sogno nel cassetto da progettista?

In questo momento siamo una team piccolo ma eccezionale. Il mio sogno è quello di far crescere la mia attività e il mio team includerà persone che sono veramente appassionate della loro professione. Credo che sia davvero importante avere persone creative accanto a sé.

Richter Bar & Restaurant a Chicago, progetto del 2018.

Cosa ami maggiormente del luogo in cui vivi e lavori?

La libertà. Questa è la parola corretta per descrivere tutto ciò che sento in questo momento.
Il primo motivo per cui avverto un senso di libertà è perché i miei clienti si fidano di me e sono aperti alle mie nuove idee. Il secondo motivo è perché vivo vicino al mare e ai luoghi verdi, questo mi fa sentire vicino alla natura e completamente libero in molti modi.

Cosa non può mancare nelle tue tasche quando esci?

Sicuramente il mio smatrphone. Non per divertimento ma per i miei lavori: gli smartphone fanno risparmiare molto tempo, sono strumenti molto utili per gestire la tua attività al meglio e più velocemente.

Penthouse a Los Angeles, progetto del 2019.

Prossimi progetti professionali?

Ho appena finito il mio ultimo progetto “Private House a Bel Air, Los Angeles” e sul tavolo c’è già una discussione per nuovi progetti. Una delle richieste potrebbe essere il più grande progetto che io abbia mai realizzato, ma per ora non c’è ancora nessun accordo. Per il momento il mio prossimo progetto rimane ancora un punto interrogativo.

 

Lascia un messaggio a chi legge questa intervista.

Questi giorni probabilmente sono i più difficili della nostra generazione (COVID-19), ma tutto ciò avrà fine come tutti i brutti momenti del passato.

Vorrei dire che tutto questo è qualcosa che non dobbiamo dimenticare, ma ricordare.
Siate positivi e abbiate fiducia: sono in arrivo giorni migliori.

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